Nel disperato tentativo di tenermi informato sui fatti che accadono nel mio paese, questa mattina leggo su un quotidiano che la nuova manovra economica decurterà del 50 % le risorse economiche destinate ai parchi naturali.
Sono convinto, da molto tempo, che questi temi vengano assegnati ai giornalisti di serie B anche nelle testate dei quotidiani nazionali più diffusi, perché sono anni che non leggo qualcosa di intelligente sull'argomento.
“Salviamo i nostri parchi naturali da una morte annunciata” scrive l'articolista , “...sono creature fragili che hanno bisogno di continua manutenzione e sorveglianza...proteggono la fauna marina e quella montana...”
Penso allora al parco e alla AMP che ho davanti a casa per i quali, invece, non viene fatto “materialmente” niente dalla loro costituzione.
Quando non faceva parte del parco di La Maddalena, l'isola del Mortorio veniva fatta, annualmente, derattizzare dal proprietario Mentasti (padrone delle acque San Pellegrino), ora lo sprovveduto che per necessità dovesse rifugiarsi sull'isola , di notte, sarebbe sbranato vivo da questi piccoli roditori che si sono moltiplicati a dismisura...Non che i proprietari di queste isole come anche quella di Spargi e di Budelli abbiano mai fatto molto, da quando sono diventate parco, però, l'Ente che lo gestisce fa ancora meno!
Sette impiegati espletano il loro lavoro di burocrati in una palazzina a due piani con giardino e vista sull'arcipelago, di fianco al “Circolo Mare di La Maddalena” mentre alcuni precari stagionali girano tra le barche alla fonda nelle acque del parco a chiedere l'obolo in ragione della lunghezza del natante, ma per il mare, la sua tutela come bacino, la sua pulizia, non è previsto alcun personale, quindi con la decurtazione dei fondi probabilmente si licenzieranno alcuni burocrati, (già mani strappate all'agricoltura)
Riguardo la tutela della fauna marina, come purtroppo non scrive l'articolista, la pesca professionale può esercitare la sua attività sul 90% del territorio del parco ( a ridosso di Caprera, a cala Coticcio c'è addirittura una tonnara) mentre sono esclusi solo i pescatori subacquei non residenti, i residenti possono pescare il venerdì, sabato e domenica. Un po' poco, visto che, qualche anno fa, un cianciollo (una rete a circuizione) ha scaricato in banchina (me presente) alcune tonnellate di ricciole e di orate di grossa taglia, pesci che neppure in una vita un pescatore subacqueo può immaginare di catturare.
Alcuni parchi sono commissariati già da tempo, se ne aggiungeranno degli altri!
Come non mi piacciono gli zoo, non amo i parchi e la mistificazione di tutela che vi sta dietro. La tutela del territorio non può considerarsi una faccenda da risolvere con i parchi naturali, piccole isole in un mondo imperfetto, il territorio va visto e tutelato nella sua interezza, nello specifico quelli marini non possono prescindere dal controllo dello scarico delle acque dolci visto che nel mare le barriere di un parco sono fittizie e la “merda” che vi scarichiamo dentro non si ferma ai confini del parco marino; ne si può prescindere dal prelievo della pesca professionale perché se continuerà con i ritmi attuali tra qualche anno in queste aree “protette” non ci sarà neppure un pesce.
Sui temi ambientali continuo a leggere articoli e sentire interviste dove si fa della retorica e del populismo.
Come si può anche solo pensare, proibendo ai pescatori subacquei il loro prelievo (in pratica l'unico divieto di prelievo esercitato in tutta l'area di un parco), di giungere alla tutela della fauna se non si ferma anche la pesca professionale e poiché i pesci non vedono i confini assegnati dall'uomo, se non si contingenterà tutto il prelievo professionale in un bacino chiuso come il Mediterraneo che ha scarso ricambio faunistico con gli oceani.
L'uomo pesca nel Mediterraneo da migliaia di anni, questo mare è stato la culla della civiltà occidentale, ha sfamato innumerevoli generazioni finché le popolazioni sono state sostenibili col territorio, ora non si creda che escludendo dal prelievo i pescasub all'interno di un parco marino di risolvere problemi di tutela della fauna marina che andrebbero affrontati con maggiore serietà e competenza.
Nei parchi marini è stata esclusa l'unica forma di prelievo individuale sostenibile, quella nella quale il pescatore sceglie la sua preda e lo fa su individui di taglia che si sono già riprodotti.
E' proprio su questo particolare che crolla tutto l'impianto di pretesa tutela: non si vogliono toccare i veri predoni del mare perché appartengono ad una categoria numerosa iper-protetta bacino di voti e si getta fumo negli occhi alla gente comune mistificando una protezione che non esiste : “TUTELIAMO L'AMBIENTE: I PESCATORI SUBACQUEI COL FUCILE NON POSSONO ENTRARE NEI PARCHI MARINI”
Sono stupito e nello stesso tempo sconcertato che nessun giornalista, ma anche uomo di cultura, riesca a scorgere la mistificazione di queste argomentazioni, anzi essi stessi (i giornalisti dei quotidiani) continuino a proporci l'interpretazione dei parchi naturali come primo strumento di difesa dell'ambiente nel quale viviamo.
Mi viene da pensare che costoro non vivano il mare come lo vivo io e scrivano di qualcosa che non conoscono, riproponendo il solito cliché di vetero-ambientalisti.
Non posso fare a meno di pensare che (proprio sullo stesso quotidiano) l'annuncio dell'avvistamento della foca monaca nel Parco di Portofino, zona peraltro dove non ha mai vissuto nel passato recente documentabile, preferendo acque più calde, sia un bufala proposta al lettore in previsione di tagli già annunciati da qualche mese, volti a dimostrare l'utilità dei parchi marini (la citazione della foca monaca ricompare infatti nell'articolo odierno come patrimonio naturale italiano).
In questo periodo che la Stampa italiana riceve la critica di montare campagne denigratorie a scapito di alcuni politici, anche mistificazioni come quella della tutela ambientale attraverso i parchi naturali danneggia la credibilità di queste testate, ogni argomento trattato, da quello politico, a quello scandalistico deve ricevere uguali attenzioni, competenze e documentazioni serie.
La dimostrazione dell'efficienza e della funzionalità dei parchi marini è nell'avvistamento recente e poco documentato della foca monaca?
Il problema ambientale affligge la nostra generazione e affliggerà ancor più le generazioni future, tutti ne siamo coscienti, ma è nella chiave di lettura del problema che si creano sostanziali differenze tra la cultura dominante (quella espressa in buona parte dai giornalisti dei quotidiani) e il sentire comune della gente.
Quando esco dall'acqua con i mie pesci catturati in apnea tra mille difficoltà e rischiando la vita (in questo periodo soprattutto per i natanti spericolati) non sento critiche da parte di nessuno, anzi molti si complimentano, l'immagine di “loschi individui vestiti di nero” è solo nella mente di Fulco Pratesi e di altri ambientalisti che trovano spazio sui quotidiani e che ci raccontano quanto siano utili i parchi marini.
Il giorno che ho assistito allo scarico in banchina dei pesci catturati dal cianciollo già citato, (io ero in gommone e vedendo la scena mi ero avvicinato) sul molo un vecchio pescatore con gli occhiali stava imprecando e piangeva di rabbia (lui nativo di Palau, mentre la barca del cianciollo era ponzese)
Non sono competente per esprimere una opinione sui parchi naturali terrestri e sui parchi marini in altre parti del mondo, posso sostenere per certo avendo una esperienza unica come subacqueo che, nelle zone fortemente antropizzate del Mediterraneo i parchi marini sono enti inutili e rappresentano una forte mistificazione di una tutela ambientale che avrebbe bisogno di ben altre iniziative.
Capisco sotto il profilo empatico il desiderio delle molte persone che hanno a cuore i problemi ambientali di “fare qualcosa” e magari di cercare, come spesso accade, dei responsabili del degrado che stiamo vivendo, ebbene, per la fauna ittica non sono certo i pescatori subacquei, per il resto i responsabili siamo tutti noi con l'esplosione demografica figlia di una comunità di allevatori-agricoltori che ha spostato l'equilibrio della nostra presenza sul pianeta.
Non esistono i “buoni” che non inquinano che tutelano mentre gli altri sporcano: solo per poter leggere le stupidaggini scritte da un giornalista da strapazzo è stato abbattuto un albero!