n.34 - Diario di pesca

Diario di Pesca n°34
estate 2004
Nell’intento di raccogliere le scene di caccia da inserire nei miei prossimi due
video (uno didattico sull’agguato nel basso fondo realizzato col MiniJedi, l’altro,
spettacolare dove impiego il SuperJedi), alternando immersioni nel basso fondo
alle esplorazioni delle secche profonde, dopo alcuni mesi di quotidiane battute
di pesca ed un costante confronto con gli altri pescatori della zona, sono
riuscito a costruire un quadro realistico ed attendibile nella dislocazione dei
pesci nel nord della Sardegna.
Riassumendo:
Nello scorcio di questa calda estate (luglio-agosto), caratterizzata da condizioni
meteorologiche buone, Dentici e Orate stanno offrendo grandi soddisfazioni a
tutti i pescatori subacquei.
E’ sempre più sorprendente l’adattamento dell’orata ai fondali sardi, la dove,
un'altra specie come la Spigola, dimostra di avere una certa difficoltà nella
diffusione e nella colonizzazione di aree con forti concorrenti, come il pesce
Serra e il Barracuda.
E’ confortante incontrare Orate di tutte le taglie: da quelle di 50 grammi nelle
profonde insenature di basso fondo che caratterizzano molti tratti costieri della
Sardegna e della Corsica, a quelle di diversi chili di peso, spesso imbrancate
con i Dentici sulle secche al largo della costa.
Con la strategia dell’agguato nel basso fondo, o dell’agguato profondo per chi è
in condizione di praticarlo, l’Orata rientra, sempre più spesso nei carnieri di chi
si trova ad effettuare battute di pesca subacquea nel nord Sardegna.
Un discorso sostanzialmente differente si sviluppa per il Dentice le cui abitudini
ancora poco conosciute rendono la presenza di questo sparide, misteriosa e
imprevedibile.
Senza dubbio la temperatura dell’acqua e le specie di cui si ciba influenzano
molto la sua presenza ma, ogni anno con un po’ d’apprensione, visto il calo
generalizzato degli stocks ittici, attendo che si completi la migrazione dei
grandi branchi verso le secche accessibili alle nostre esplorazioni.
A maggio, raccogliendo le informazioni dai pescatori al rientro delle loro battute
di pesca, seguo le catture della pesca professionale con i tramagli a 40/50
metri di profondità, poi attendo con impazienza che sia formato il primo
termoclino per controllare personalmente la presenza, la consistenza dei
branchi e soprattutto la taglia dei pesci.
L’inizio di quest’estate è stato caratterizzato da una stagione di pesca
fortemente in ritardo per la bassa temperatura dell’acqua del mare, unita ad
una notevole sospensione che ha molto ridotto la visibilità subacquea.
In verità, ancora ad agosto l’acqua del mare, ormai scaldata di raggi solari,
resta torbida e fredda in molti punti e fare avvicinare all’aspetto i Dentici in
queste condizioni è veramente difficile, in certi casi, impossibile!
Quando la visibilità è ridotta e non può contare su una buona visione del
circondario, il condizionamento al controllo territoriale nel Dentice è fortemente
frenato dall’istinto della sopravvivenza: nell’acqua torbida le catture sono
occasionali, conseguenti ad un appostamento del pescatore subacqueo,
casualmente, impostato sul suo percorso di caccia.
Gli avvistamenti ed alcune catture all’agguato nel basso fondo all’inizio della
stagione estiva hanno fatto ben sperare ed appena formato il termoclino, ecco
apparire i primi branchi di Dentici nella parte calda della colonna d’acqua e,
particolarità di quest’anno, spesso insolitamente imbrancati con grossi Saraghi
maggiori.
Ad estate inoltrata, le attese delle prime osservazioni sono state rispettate:
Dentici per tutti, a patto di selezionare zone con acqua calda e trasparente.
Mi sono state segnalate, però, catture di Dentici di buona taglia anche in
Toscana e nel Lazio dove l’acqua non è più cristallina da molto tempo.
Osservazioni generali, a parte, lo spunto a scrivere questo diario è scaturito,
invece, da un pesce che appartiene ad una specie “ in crisi “ nei fondali sardi,
ma il cui comportamento mi affascina sempre: la SPIGOLA.
Dopo un magro numero d’avvistamenti e di catture nel periodo invernaleprimaverile,
in questo periodo estivo l’incontro con la Spigola risulta essere
sempre più frequente. Del comportamento opportunista di questo predatore ho
scritto in altri articoli, ma pochi giorni fa è accaduto qualcosa d’insolito anche
se, per il mio approccio scientifico alla pesca, del tutto prevedibile!
Stavo battendo una zona dove nel 2002 avevo filmato una cattura
particolarmente bella e scenografica che doveva far parte del video, mai
realizzato, dell’agguato alla spigola dalla superficie.
Questo video è rimasto un’incompiuta, sia per l’ormai endemica scarsità di
spigole nella parte nord est della Sardegna dove vivo, sia perché lo avevo
iniziato contemporaneamente a quello dell’agguato all’orata dalla superficie
realizzata con un fucile, non mio, unico peccato dopo venticinque anni di pesca
con fucili auto-costruiti.
Mi sono trovato di fronte ad una situazione che, non solo avevo già vissuto due
anni prima, ma addirittura, avevo già filmato nello stesso posto, più o meno
nello stesso periodo: alle prime luci dell’alba, un branco di Cefali una ventina di
metri lontano dalla costa, si intravedeva stazionare primamente appena sotto
la superficie del mare calmo.
Il Cefalo, non è una preda così ambita per il pescatore subacqueo (anche se ha
una carne squisita quando vive in acque pulite), ma l’abitudine della Spigola di
accompagnarsi ad un branco di Cefali nell’intento di mimetizzarsi nel gruppo di
pesci non predatori della sessa taglia, e poter avvicinare più facilmente le
prede di cui si ciba, rende questi branchi sempre molto interessanti da
controllare!
E’ sorprendente ammettere di aver raggiunto la cattura di una Spigola come
documentato due anni prima: stessa situazione, identico comportamento dei
pesci delle due specie, Spigole e Cefali, a dimostrazione della validità di questo
mio schema d’attacco all’agguato.
2004 2002
Avvistato il branco di cefali, da lontano, mi sono immerso per realizzare un
percorso strisciante tra le rocce del fondo e per portarmi più vicino possibile ai
pesci, restando in apnea sotto di loro.
A quel punto la mia presenza, sotto forma di vibrazioni e soprattutto per il
pulsare della pompa cardiaca ha attivato il riflesso del controllo territoriale, sia
nelle spigole presenti nel branco, sia nei cefali.
Entrambe le specie hanno cominciato a mulinarmi sopra la testa con la
propensione, molto più spiccata da parte della Spigola, di “puntare” la mia
posizione d’attesa.
Un tiro piazzato, in sostanza a pesce fermo, con la Spigola allo spiedo non ha
provocato una fuga precipitosa da parte degli altri pesci: l’appartenere ad un
brano offre la garanzia di un alto indice di sopravvivenza, questo fatto è noto ai
pesci anche se non hanno studiato Statistica all’Università!