Storie di pesci 1

Il giorno 17/2/2024 immersione venatoria in condizioni particolari: onda oceanica importante con ritmo lento ( intervallo di tempo 6/7 s tra un'onda e l'altra), queste condizioni nell'arcipelago canario vengono definite <Mar de fondo>. Questo moto ondoso è imponente: muove una massa d'acqua considerevole che si percepisce in immersione anche a venti metri di profondità.

La colonna d'acqua presentava una densità straordinaria di ciuffi d'alga strappati dal substrato roccioso, per lo più alghe brune che per l'azione combinata del moto ondoso e della corrente si ammassava in zone particolari per tutta l'altezza della colonna d'acqua impedendo addirittura una visione distinta del fondale anche a pochi metri di profondità.

A parte la vieja ( pesce pappagallo mediterraneo, Sparisoma cretese) gli altri pesci evitano questo addensamento di alghe. Solo piccoli banchi di boghe nelle zone meno dense e un'assenza totale di predatori.

In queste condizioni l'obiettivo della caccia subacquea si poteva rivolgere solo alla vieja il cui comportamento è particolare e specifico: le femmine dalla livrea colorata prevalentemente di rosso con una macchia gialla a centro corpo, nuotano rasente il fondo ogni tanto strappando con i loro denti a becco qualche boccone dal substrato, i maschi dalla livrea grigia, una macchia nera sul capo e l'estremità della pinna caudale bianca a controllare il territorio a volte sollevati qualche metro dal fondo inseguendo gli individui più giovani.

Visivamente era molto evidente il nuoto veloce e nervoso dell'inseguimento dei maschi del pesce pappagallo in contrasto col movimento lento e ritmato delle sospensioni dei ciuffi d'alga.
Ho dedicato un'ora buona a studiare la situazione ambientale per capire la tecnica venatoria più produttiva da usare in queste condizioni.

Le femmine di Sparisoma sono di taglia molto più piccola dei maschi, quindi, mi sono concentrato esclusivamente nell'agguato ai maschi cercando di individuare quelli di taglia maggiore che evidenziano la macchia nera sul capo più marcata. Le condizioni di cattura erano sostanzialmente tre: <in caduta > sorprendendo il maschio nelle pause dei suoi inseguimenti, <all'aspetto> attendendo il passaggio casuale del pesce, <all'agguato> dopo un percorso mimetico rasente il fondo affacciandosi da dietro uno sperone roccioso per sorprendere il pesce.

L'acqua non era particolarmente torbida, ma la presenza dei ciuffi d'alga in sospensione alterava la visione distinta dai pesci. In uno degli agguati ho visto una macchia scura della dimensione di un pesce che fuggiva con le stesse movenze del pesce pappagallo, ho accennato un breve inseguimento e ho scoccato il tiro per anticipare la traiettoria del pesce ma era una seppia che d'improvviso si è fermata girandosi di 180 gradi a osservarmi frontalmente, tiro padellato! La seppia si era mimetizzata assumendo lo stesso comportamento dei pesci pappagallo copiando addirittura la stessa livrea grigio scuro.

Non ho riflettuto più a lungo sull'evento attribuendo alla casualità il comportamento della seppia: forse mi era sembrato un pesce quando era in fuga e forse aveva assunto per caso un colore scuro del mantello.

Ho continuato la mia pesca con qualche variante, tipo guardare in tana dove alcuni pesci si erano rifugiati per sfuggire all'urto con le alghe o semplicemente perché non era congeniale alle loro abitudini quel contesto.

Poco prima di uscire dall'acqua, vicino alla spiaggia e di fianco al molo di Callao Salvaje, dove la concentrazione di ciuffi d'alga strappati del fondo era ancora più densa, scarico il fucile, quando a mezz'acqua noto un ciuffo d'alga giallo bruna che mi incuriosisce: sembra galleggiare e spostarsi col movimento ondoso che asseconda. Fisso bene lo sguardo e riconosco una seppia che ha assunto il movimento delle alghe e il loro colore. Ricarico velocemente il fucile e questa volta catturo la seppia!

Due casi nella stessa battuta di pesca di comportamento mimetico della seppia: non può essere che una forma di adattamento alle condizioni veramente insolite dello stato del mare. Una versatilità sorprendente!

Da <Menti Animali> di Donald Griffin:

“Come la maggior parte dei biologi, Krebs e M. S. Dawkins riconoscono che probabilmente molti animali sono spesso consapevoli di ciò che fanno”

- M.S, Dawkins è un biologo britannico e professore di etologia all'Università di Oxford. I suoi interessi di ricerca includono la visione negli uccelli, la segnalazione animale, la sincronia comportamentale, la coscienza animale e il benessere animale.
- John Krebs zoologo professore di ricerca presso il Dipartimento di Zoologia dell'Università di Oxford.

Gli etologi definiscono due gradi di coscienza. Secondo l’Oxford English Dictionary:

La coscienza percettiva: <Lo stato o la facoltà di essere mentalmente coscienti o consapevoli di qualunque cosa>.

La coscienza riflessiva: < Il riconoscimento da parte del soggetto pensante dei propri atti o emozioni>.

La maggior parte degli etologi ritiene che “… Gli animali a volte possono avere una coscienza percettiva, mentre la coscienza riflessiva sarebbe una caratteristica tipicamente umana” “… Gli animali possono sapere certe cose, ma non sanno di sapere” “… La coscienza riflessiva, qualora ci fosse sarebbe difficile da rilevare” “... La coscienza riflessiva implica una forma semplice di introspezione, cioè pensare ai propri pensieri”.

Ho citato alcuni concetti che guardano la consapevolezza che possono aver avuto le due seppie che ho incontrato nella mia battuta di pesca. Allo stato attuale della ricerca biologica si ottengono informazioni utili sul pensiero cosciente degli animali deducendolo dal loro comportamento e attraverso lo studio delle immagini mentali da parte dei neurofisiologi. Non sono al corrente di una qualche ricerca sul cervello e sulle immagini cerebrali della seppia, quindi mi limito a fare alcune osservazioni sul comportamento di questo mollusco cefalopode che ho osservato.

- Il cervello della seppia si è evoluto con l’intento di mimetizzare la presenza dell’individuo con diverse finalità: quella predatoria, la riproduttiva, evitare gli attacchi di un predatore.
Tratto da
www.sciencedirect.com/journal/journal-of...-biology-and-ecology

“I cefalopodi sono ora considerati modelli di valore in un contesto evo-devo per diversi motivi. Presentano strutture anatomicamente convergenti con vertebrati come il sistema nervoso centrale (SNC), il cervello e strutture sensoriali, come l'occhio della fotocamera. Il loro interesse evolutivo ed ecologico è evidenziato dalle loro specificità all'interno dei molluschi e dalla diversità del loro stile di vita. Appartengono ai molluschi, ma mostrano notevoli divergenze con profonde modificazioni dell'organizzazione del piano corporeo. A differenza del tipico disegno dei molluschi caratterizzato da un guscio protettivo esterno prodotto dal mantello e da un piede muscoloso, i coleoidi (polpi, calamari e seppie) mostrano una conchiglia interna regredita e caratteri derivati riguardanti il complesso neuro-muscolare. La corona brachiale e l'imbuto, entrambi derivati dal piede del mollusco, e il mantello altamente muscoloso sono utilizzati nella caratteristica locomozione a propulsione a getto dei cefalopodi. Il grado di riduzione del guscio varia tra i coleoidi ed è interpretato come il risultato di un'evoluzione convergente in tutti i cefalopodi (Kröger et al., 2011). In termini di forma fisica, il guscio esterno non avrebbe potuto essere perso senza un concomitante adattamento anatomico, neurale o comportamentale. In particolare, la scomparsa di questo strato protettivo esterno scopre il mantello e permette l'uso dei cromatofori – organi neuromuscolari che cambiano colore della pelle – non solo per sfuggire ai predatori mimetizzandosi, ma anche per creare complesse e ricche comunicazioni intraspecifiche (Hanlon e Messenger, 1996). Come sia possibile evolvere da un mollusco ancestrale attraverso un cefalopode ancestrale, e quali meccanismi siano stati selezionati durante l'evoluzione, sono punti cruciali nella comprensione delle caratteristiche del lignaggio dei cefalopodi. Inoltre, i diversi biotopi occupati dai coleoidi (pelagici: calamari; bentonici: polpi; necto-bentonici: seppie) illustrano un'ampia gamma di pressioni selettive e consentono un confronto pertinente in questo gruppo…”

- Il cervello della Sepia officinalis presenta <Strutture anatomicamente convergenti con quelle dei vertebrati> in sostanza la struttura di base e il funzionamento dei neuroni e delle sinapsi è simile a quello del cervello dei vertebrati. evidenzia una forma di intelligenza animale superiore a ogni previsione.

Ha dimostrato di essere cosciente di trovarsi in un ambiente insolito: una colonna d’acqua invasa da ciuffi di alghe che poteva ridurre la visibilità difensiva nel caso dell’attacco di un predatore. Con la mia immersione (sagoma scura che dalla superficie si cala verso il fondale, facilmente assimilabile a un predatore di grossa taglia) ha assunto un <movimento mimetico> e una livrea mimetica assimilata a quella dei maschi dei pesci pappagallo che si muovevano rapidi rasente il fondo nelle loro fasi di controllo territoriale. Solo quando mi sono reso conto della <forma> insolita per un pesce pappagallo e ho attaccato avvicinandomi nella sua direzione si è fermata di scatto rivolgendo i tentacoli e la testa nella mia direzione per mettermi a fuoco con i due occhi posti frontali come negli esseri umani.

Il secondo incontro è stato ancora più sorprendente: farsi passare per un ciuffo d’alga in mezzo a quelli che galleggiavano assumendone la stessa forma e colore al punto da confondermi, ha dell’incredibile! Anche in questo caso il suo cervello ha generato un movimento mimetico lasciandosi galleggiare a mezz’acqua e disponendo i tentacoli a raggiera come uno sviluppo algale.

Il cervello dei cefalopodi ha delle capacità sorprendenti per un animale che dal punto di vista filogenetico è così lontano da noi!

26/02/2024