Tiro in verticale

Il tiro in verticale sono certo che avrà creato qualche problema di precisione alla maggioranza dei pescatori subacquei che si sono trovati in questa situazione o nei tiri fortemente inclinati rispetto all’orizzontale.

Le considerazioni che svilupperò sono partite da un personale sentimento di disagio in tutte quelle situazioni di tiro dall’alto verso il basso, e in misura minore dal basso verso l’alto, nelle quali mi sono trovato nel passato e nel presente anche più recente.

Soprattutto ho trovato strano ed insolito che io avvertissi questo senso di insicurezza dopo tanti anni di pratica venatoria nella situazione di tiro dall’alto verso il basso: questa tipologia di tiro, infatti, è la parte conclusiva di una mia precisa e vincente strategia di pesca all’agguato sulle secche al largo della costa o in parete, quindi di una mia applicazione dell’agguato piuttosto frequente, la descrivo:

Scendo a ridosso della percezione sensoriale dei pesci rispetto ad un “cappello” di roccia e, dopo un breve tragitto, mi affaccio sul lato del cappello che ritengo più interessante per la mia esperienza di altre battute di pesca in quella zona (tengo conto ovviamente della direzione della corrente), le occasioni di cattura si rivolgono ai pesci che si trovano alla base del cappello o lungo il pendio della secca rocciosa, quindi in condizione di tiro quasi verticale.

Ho immaginato che questo disagio dipendesse da qualche ragione tecnica e poiché io vedo e penso cose che nessun altro ha pensato e sono condannato a vivere in una dimensione estranea e diversa da quella degli altri (non che mi dispiaccia), mi sono messo a studiare tutte le clips dei miei video con questo tipo di tiro.

Dopo questa indagine è emersa la ragione –fisica- che porta alle inevitabili padelle.

Abbiamo automatizzato il puntamento dell’attrezzo subacqueo nelle condizioni abituali della nostra vita di bipedi terrestri: in orizzontale, ma in verticale con certi arbalétes bisogna cambiare direzione di mira.

Anche le gare di tiro a segno subacqueo si svolgono in queste condizioni, che in verità, nella pratica venatoria sono le più frequenti.

Tuttavia, anche se raramente, capita a tutti di dover tirare dall’alto verso il basso e constatare che l’asta è passata sopra il dorso della preda (mi riferisco a chi usa aste con aletta posta sotto).

Anticipo subito che c’entra il Momento di Rinculo ( MR) dell’attrezzo subacqueo (arbaléte o altro fucile subacqueo), fenomeno balistico ampiamente approfondito da me in numerosi articoli tecnici.

Per i meno acculturati dei miei scritti riassumo questo fenomeno in un sollevamento della punta del fucile come reazione all’azione di lancio dell’asta.

Questo evento nel tiro delle armi di superficie viene chiamato –rilevamento- o

-impennamento-

Nei miei studi balistici ho ulteriormente distinto questa rotazione degli attrezzi da tiro d’impugno a pistola:

- un MR primario intorno al centro di massa del fucile dovuto al disassamento delle masse rinculanti rispetto all’asse di lancio del proietto (dipende inoltre dalla geometria dell’attrezzo di lancio e dal suo momento d’inerzia)

- un MR secondario intorno al punto di appoggio della mano sulla impugnatura dovuto al blocco che esercitiamo sulle masse rinculanti, in sostanza, la reazione della mano e del braccio alla spinta lineare del rinculo dell’attrezzo moltiplicata per la distanza tra la linea di azione di queste due forze (l’asse delle masse rinculanti e l’asse sul quale agisce il freno della mano e del braccio sono su piani diversi!).

Più precisamente:

il MR secondario si traduce in una rotazione dell’attrezzo intorno al –fulcro- punto di appoggio della mano, ovvero, per le impugnature più tecniche, in corrispondenza della sella pollice -indice.

Mentre si può ridurre molto il MR primario dovuto alle geometrie e al progetto del fusto dell’attrezzo da tiro, il MR secondario si può solo contenere avvicinando l’asse del braccio a quello delle masse rinculanti, nei miei articoli ho consigliato di alzare la sella pollice–indice della impugnatura, ma più di tanto non si può sollevare questa parte della impugnatura perché l’indice e il pollice (per una cultura secolare del tiro con la pistola) devono restare paralleli nel puntamento (l’indice non può tirare un grilletto posto troppo in basso rispetto all’anatomia della mano).

Solo pochi pescatori tirano col dito medio anche se questo consentirebbe di sollevare ancor più la sella di appoggio: pollice-indice.

In conclusione, tutti i pescatori esperti sono condizionati e abituati all’impennamento del loro fucile quando questo è in orizzontale ed in generale compensano questo fenomeno con personali tecniche di tiro, ma se il fucile si trova in verticale cosa succede e cosa bisogna fare?

Ruoterà sempre in senso orario e ruoterà ancora verso di noi spostando la traiettoria dell’asta rispetto all’allineamento di mira ma con una variazione dinamica, per certi fucili, sulla quale bisognerà attivare un nuovo automatismo nel puntamento!

Tiro orizzontale:

Osserviamo cosa succede prima del tiro con un arbaléte:

Se il fucile è perfettamente bilanciato le forze peso del fucile sono equilibrate dalla spinta idrostatica relativa a tutti i volumi dei componenti del fucile, forze peso e spinta idrostatica per semplicità si possono concentrare in un punto e i momenti di queste forze rispetto alla sella police-indice (fulcro di riferimento per il Momento di Rinculo Totale del fucile) sono perfettamente equilibrati

Forze peso x b = Spinta idrostatica x b

In verità la spinta idrostatica è applicata nel centro di spinta leggermente più in basso rispetto al centro di massa dove è applicata la risultante della forza peso, tanto è vero che il fucile tende a ribaltarsi se non è impugnato (chiedo perdono agli ingegneri navali per questa semplificazione).

Faccio notare che nelle armi di superficie non c’è la spinta idrostatica e il tiratore deve contrastare con la forza muscolare il momento generato dalle forze peso, ragion per cui le pistole si sono limitate in lunghezza della canna (per ridurre il braccio “b”) mentre negli arbalétes non c’è l’esigenza di questa limitazione, anzi, la lunghezza del fusto a volte è esagerata.

Tiro verticale:

Nel tiro in verticale non esiste alcun momento statico come nel tiro orizzontale, il braccio “b” è nullo.

Poiché avere i momenti statici in equilibrio e non avere alcun momento, dal punto di vista pratico, presenta una analoga situazione, il tiro in verticale sarà in tutto simile al tiro in orizzontale, il momento di rinculo si presenterà con le stesse caratteristiche e il pescatore non dovrà cambiare impostazione di tiro.

Sappiamo però che per “contenere” il momento di rinculo spesso il costruttore di questi attrezzi bilancia il fucile leggermente negativo in punta (è il mio caso!) e, in fase di tiro, il pescatore è obbligato a tenere sollevata la punta del fucile come si fa nelle armi di superficie facendo leva rispetto al fulcro pollice-indice col palmo della mano contro la base della impugnatura.

Gli arbalétes della serie Jedi erano bilanciati in questa maniera!

In maniera minore quelli della serie Saber.

L’assetto leggermente negativo in punta degli Jedi, dove il momento delle forze peso non è più bilanciato da quello della spinta idrostatica, compensava in buona parte il Momento di rinculo del fucile e consentiva al pescatore un allineamento di mira perfettamente rettilineo, come si poteva vedere nelle riprese al rallentatore dei tiri nella vasca di prove balistiche condotte nel 2004.

Nel tiro in verticale con questi arbalétes non essendoci più il braccio di leva e il relativo momento compensativo delle forze peso, mirando sul prolungamento rettilineo dell’asta, si avrà la sorpresa di vederla passare l’asta sopra il dorso del pesce!

In sostanza nel tiro in verticale con gli arbalétes della serie Jedi bisogna cambiare puntamento e mirare più alla pancia del pesce piuttosto che al centro del suo corpo, l’impennamento del fucile infatti è superiore a quello del tiro in orizzontale.

In tutto questo ragionamento è chiaro che la tecnica di tiro di ciascun pescatore deve tener conto di questo particolare importante in ragione del bilanciamento del suo arbaléte solo nel tiro verticale o fortemente inclinato verso il basso.

Chi usa spesso il fucile subacqueo probabilmente ha già operato una sorta di correttivo nel puntamento in queste condizioni, ma il pescatore della domenica che lo usa occasionalmente può trovarsi in difficoltà, quindi, stabilisca prima che assetto ha il suo fucile e nei tiri inclinati operi il tipo di correzione che ho consigliato. Perderà in rapidità e nel tiro d’istinto, ma eviterà una padella!